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Diffondo una lettera che mi è stata inviata da un collega e amico vero, deluso e disilluso da tutto quanto avvenuto nell’ultimo mezzo secolo in Italia per il riconoscimento della professione optometrica. Considerazioni amare che alcuni condivideranno e approveranno, altri rigetteranno. Mi aspetterei di ricevere tanti, tanti commenti. In fondo si tratta del nostro lavoro, e in molti casi della nostra vita. Parlarne, confrontarsi, dibatterne, forse ci aiuterebbe a capire meglio cosa è accaduto in passato e a trovare un
cammino comune per il futuro dell’optometria e dell’ottica. 

Post scriptum.
Nella revisione della lettera – il blog è controllato, nei contenuti e nella forma – mi sono permesso di lasciare un piccolissimo richiamo, vorrei dire un omaggio, al grande Andrea Camilleri e alla sua lingua, che è anche la lingua dell’autore della mail, resa popolare dal commissario Montalbano. Buona lettura e, naturalmente, buona optometria a tutti. 

L’optometrista? Non esiste, parola di Ottico

Caro Alessandro,
mi permetto di darti del tu anche in pubblico visto il rapporto di amicizia che ci lega dal lontano 1976, anno in cui decisi di frequentare il corso di ottica e optometria di Vinci dopo avere regolarmente conseguito la maturità scientifica nello stesso anno. Prima di farlo, assieme a mio padre che mi accompagnava, ho parlato con Sergio Villani (non ce l’ho con Te caro Sergio, sappilo). Ho ancora ben impresse nella mente le sue parole: “torno proprio ora da Firenze, l’optometria verrà approvata come professione o questa o la prossima settimana”.

Aspetto da 47 anni.